Redazione

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2 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - In memoria di Gino Strada · 0 replies · +1 points

… i libri di storia sono pieni di fatti di guerra.Gino Strada ne ha smascherato l’uso. Ora non c’è più, ma le radici che ci ha lasciato sono profonde , tocca a tutti noi che gli abbiamo voluto bene e felici di averlo sostenuto continuare in questa direzione e usare tutte le situazioni per ricordarlo e costruire una forte voce comune affinché la figura di Gino Strada e dello straordinario progetto di Emergency entri nei libri di storia. Le generazioni future devono crescere con il senso della vita, non della guerra e della morte.

Giuseppe Amato

3 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - 2 ottobre: Giornata In... · 0 replies · +1 points

Grazie, per la nostra biblioteca sarebbe perfetto! Pensiamo possa andare bene in inglese. Ancora Grazie!
F.to la redazione

4 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - COVID19: catastrofe o ... · 2 replies · +1 points

Cara Angela,

grazie per le tue riflessioni. Le condivido tutte ma con una precisazione. Il virus non fa distanzione - è vero - non fa distinzione tra ricchi e poveri. Ma avere danaro o non averlo, abitare in una villa o in una soffitta, magari senza ascensore, fa differenza, una differenza abissale.

Differenza che diventa gigantesca se confrontiamo noi ' liberi' con i veri reclusi. I carcerati. E qui, collegandomi ai tuoi auspici, vorrebbe che finalmente - con una piccola, piccola dose di empatia - si capisse finalmente la ferocia - non trovo altra parola - della reclusione. Che si finisse di gridare come si legge sulla pessima stampa quotidiana, a condanna inflitta, troppo poco! Ho lavorato per anni nel carcere ma mi sarebbe bastato un giorno per capirne il non senso. Un mondo dove tutto negato salvo ciò che è concesso.

Anche qui, il pensiero ai palestinesi. Qualcuno ha scritto: come si sta in prigione? Saluti da Gaza.

Ciao

Amedeo

4 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - Reddito ai contadini, ... · 0 replies · +1 points

La necessità di cambiare il modello di agricoltura industrializzata, basata sostanzialmente su energia fossile, è ampiamente documentata . E’ insostenibile tecnicamente, economicamente ambientalmente, e, in particolare sul piano sociale. L’articolo di Fabiano Crucianelli ne sottolinea gli aspetti più deleteri a danno degli stessi produttori agricoli, in particolare dei più piccoli, da Lui stesso denominati “contadini”. La trasformazione al modello industriale di produrre alimenti ha sicuramente trovato un consenso nello stesso mondo contadino perché lo sollevava, almeno nell’immediato, da situazioni di lavoro molto pesanti e da condizioni di povertà e sfruttamento.
I “contadini” sono protagonisti e vittime di un sistema perverso: come protagonisti sono essi stessi agenti di supersfruttamento in quanto il modello dell’agricoltura industriale accentua i bisogni stagionali di forza-lavoro che inevitabilmente vengono soddisfatti da braccianti senza terra, ora per lo più immigrati, in condizioni di semi-schiavitù. E’ una situazione quasi ovunque generalizzata dove il modello di agricoltura industriale si è affermata.
E’ necessario peraltro ricordare che a livello mondiale la produzione del cibo è ancora per oltre il 60% frutto del lavoro dei piccoli produttori in condizioni di elevato auto-sfruttamento ed immiserimento. Ma tale condizione è favorita dalle politiche liberiste che sono praticate sempre più dai Governi succubi a loro volta dei gruppi economico-finanziari dominanti.
La subordinazione dei piccoli produttori ed il loro scarso reddito è il prodotto di un sistema economico che si basa sulla mercificazione del cibo, privatizzazione e finanziarizzazione e monetizzazione dei gruppi dominanti. E’ ovvio che si tratta di creare le condizioni per una rivoluzione culturale di cui i piccoli produttori siano i protagonisti ma non basta perché sono indispensabili tutti i cittadini.
Si tratta a mio parere di rafforzare tutti i movimenti che a livello locale e globale lottano sui due fronti : la diffusione delle pratiche agroecologiche e le politiche per affermare la sovranità alimentare.

In questa situazione la proposta di Crucianelli di una integrazione del reddito dei contadini, un reddito minimo garantito, non mi sembra risolutivo nemmeno nell’immediato. Si tratterebbe solo di facilitare una ancora maggiore intensificazione delle tecniche e modelli dell’agricoltura industriale con tutti i danni già noti all’ambiente, alla salute dei lavoratori e dei cittadini.
Mi ricorda i provvedimenti attuati negli anni 50 per la mutua e pensione ai coltivatori diretti : un provvedimento certamente di giustizia sociale ma che non permise se non un consolidamento del dominio della Democrazia Cristiana , paladina allora di uno sviluppo capitalistico senza regole. Tali provvedimenti crearono quel buco enorme nei conti dell’INPS a cui poi si è tentato di dare un rimedio solo peggiorando le condizioni di previdenza sociale dei lavoratori dipendenti.

Per migliorare le prospettive degli attuali piccoli produttori e di quanti vogliono ritornare alla vita rurale occorrono riforme radicali dell’assetto socio-politico e delle istituzioni democratiche senza un loro sovvertimento totale. Si tratta di attuare “riforme non-riformiste” e cioè trasformazioni che si possono introdurre nel mondo cosi come è, ma che prefigurino cambiamenti più radicali. Come esempi di “riforme non riformiste” si possono citare quelle che hanno permesso una sempre più ampia diffusione delle pratiche di agricoltura biologica perchè hanno favorito un affermarsi delle pratiche agroecologiche sia sul piano istituzionale (leggi nazionali e europee) sia nella produzione di cibo. Altro esempio è quello delle iniziative concrete per una distribuzione alternativa che mettono in relazione diretta produttori agricoli e consumatori ( vendite dirette in azienda, agriturismi, mercati dei contadini, GAS- Gruppi di acquisto solidali ). Più significative sono poi le esperienze che applicano in modo creativo e congiunto tutti questi cambiamenti radicali nel sistema agroalimentare. Sebbene siano ancora esperienze limitate e politicamente deboli esse possono essere la base su cui i movimenti per il cibo possono costruire la forza politica necessaria per attuare tali riforme. I vari movimenti per il cibo , in Italia come nel resto del mondo, sono per lo più sulla difensiva in quanto hanno tattiche e strategie per fermare i grandi gruppi finanziari dal divorare le risorse del pianeta e lottano per evitare che le politiche neoliberali peggiorino le condizioni di lavoro, di reddito e di accesso al cibo di tutti i lavoratori. Chiaramente le strategie e le tattiche debbono essere molto articolate: nel Sud del mondo, dove ancora esiste una maggioranza di popolazione rurale impegnata in forme produttive di sussistenza con un sempre più limitato controllo sulle risorse di base( terra, acqua,semi), si tratta di unificare la loro lotta con quanti già espulsi dalle campagne si trovano senza accesso al cibo nelle periferie delle grandi città.

Nel Nord industrializzato si tratta di unificare i molteplici movimenti per il cibo con base urbana ( perché sia sano, buono e giusto) ai movimenti ecologisti e a quanti in campagna già si impegnano nel produrre in modo sostenibile. Soprattutto i movimenti per il cibo debbono sostenere le lotte dei braccianti e di tutti i lavoratori nel sistema agroalimentare.
Giorgio Cingolani

4 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - Reddito ai contadini, ... · 0 replies · +1 points

La rivoluzione industriale è avvenuta attraverso l’estrazione da progressive profondità di risorse energetiche che hanno via via liberato moltitudini di contadini e artigiani da lavori pesanti. Sostituendo l’energia umana e quella animale con quella fossile, a milioni i contadini, concentrati nelle città, sono diventati operai, negozianti ecc…
Questo processo, avvenuto in dimensioni mondiali e in profondità di due secoli, ha avuto il consenso dei poveri perché sollevati da disumane fatiche, dei ricchi perché vanificava la rivendicazione ugualitaria volta ad ottenere che anche i privilegiati partecipassero alla produzione del pane con il “sudore della fronte”.
Limitando la nostra attenzione all’esempio del nocciolo, va considerato che anche questa coltivazione, ad esempio nelle Langhe, da prodotto realizzato su piccoli appezzamenti, si è trasformata via via impiantandosi su campi di grandi dimensioni. Questa situazione di locale monocoltura ha reso più necessari trattamenti antiparassitari, concimanti, e soprattutto, trattamenti disseccanti. Uno dei caratteri di queste piante è infatti quello di produrre notevolissime quantità di polloni, che vanno tolti. La spollonatura manuale è lunga e faticosa, cioè costosa. Il ricorso alla chimica è perciò generalizzato. Si possono esimere solo quelli che invece di produrre centinaia di tonnellate producono centinaia di chili. Come scrive giustamente Crucianelli, i contadini sono insieme protagonisti e vittime di questo perverso sistema. Vittime e protagonisti, aggiungo io, sono anche i consumatori, i quali, pur sfruttati da interessi delle multinazionali, utilizzano prodotti alimentari derivati da filiere di super sfruttati lavoratori. Perciò questi beni, hanno prezzi così bassi da consentire, fatta eccezione per disoccupati o immigrati, che si butti via il cibo in grandi quantità.
E’ difficile intravvedere un’uscita. Insieme agli interventi tecnici, economici e politici necessari, come quelli che sostiene Crucianelli, ho fiducia in una pacifica rivoluzione culturale e spirituale, come intravvidero più di un secolo fa Gandhi e i suoi seguaci.
Beppe Marasso

5 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - L’unico mondo che ab... · 0 replies · +1 points

Grazie per la recensione che fa proprio venire la voglia di leggerlo questo libro... ma del resto, e lo dico da grafico, sarebbe stato sufficiente vedere la semplicità e l'eleganza della copertina. Complimenti all'editore!

5 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - Morte di Giuliano Mart... · 0 replies · +1 points

riosarto@tin.it wrote:

Mi dispiace tanto della morte di Giuliano.Persona retta, mite,di grande spessore umano e morale.Di profonda cultura.I giorni passati con lui negli anni '80 e le nostre battaglie comuni sono un bellissimo ricordo.Cerchiamo di tenerne vivo il ricordo e l' insegnamento.Gianni Sartorio

6 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - Storie di testimoni, s... · 0 replies · +1 points

Buongiorno sig. Fabio,
il nostro centro è una biblioteca e i libri recensiti sono disponibili per la consultazione ed eventualmente per il prestito se si è residenti a Torino e comuni limitrofi. Non facciamo servizio di vendita. Per quello dovrrebbe rivolgersi direttamente all'editore o a una libreria di fiducia se il libro è in distribuzione.
Saluti di pace, la redazione

7 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - Corso base di legatoria · 0 replies · +1 points

Provi a sentire chi tenne quel corso... probabilmente saprà darle indicazioni per Torino: http://douglasfinotti.wixsite.com/restaurolibro/l...
La redazione

8 years ago @ Centro Studi Sereno Regis - In ricordo di Anna Mar... · 0 replies · +2 points

Buongiorno,
abbiamo un rifermento di un nipote al quale abbiamo inoltrato il suo messaggio per poterla contattare
cordiali saluti